Dott. Indennitate
L’endoscopia è una procedura in cui si utilizzano telecamere per ritrasmettere su uno schermo le immagini acquisite all’interno del corpo. Il dispositivo utilizzato, noto con il nome di endoscopio, è un tubo flessibile, lungo e sottile provvisto di una telecamera montata a un’estremità e di una fonte di luce.
Gli endoscopi vengono inseriti nel corpo attraverso un’apertura naturale come la bocca o l’ano. Esistono diversi tipi di endoscopia a seconda del sito e della funzione della procedura: se è l’intestino ad essere esaminato, per esempio, si parla di colonscopia. Se sono le vie aeree ad essere esaminate, la procedura viene indicata come broncoscopia.
L’endoscopia può essere utilizzata anche per eseguire interventi chirurgici, come nel caso della laparoscopia: in tale situazione il laparoscopio (un particolare tipo di endoscopio) viene inserito attraverso delle piccole incisioni. Una volta inserito, l’endoscopio è in grado di inviare le immagini dall’interno del corpo del soggetto a uno schermo TV.
L’endoscopia viene più comunemente utilizzata per studiare i sintomi e assistere nella diagnosi delle condizioni correlate al sistema digestivo, ma può essere impiegata anche per produrre immagini e fornire assistenza in molte altre parti del corpo, tra cui il sistema respiratorio, il tratto urinario e il sistema riproduttivo femminile. Un endoscopio può inoltre rivelarsi utile durante gli intervento chirurgici.
L’endoscopia viene comunemente utilizzata per studiare sintomi quali: dolore addominale, nausea e vomito, perdita di peso inspiegabile, diarrea, sangue nelle feci o emissione di sangue con il vomito.
Prima della procedura potrebbe essere necessario evitare l’assunzione di cibi e liquidi per un certo periodo, a seconda del tipo di endoscopia a cui ci si sta per sottoporre. Nel caso di una colonscopia, il paziente potrebbe ricevere dei lassativi per facilitare l’evacuazione delle feci. Potrebbe inoltre essere necessario interrompere l’assunzione di determinati farmaci, come i fluidificanti del sangue, allo scopo di prevenire un eccessivo sanguinamento durante la procedura.
In genere la procedura causa solo un lieve disagio, benché a volte venga utilizzato anche un anestetico locale. Normalmente viene eseguita con il paziente in stato di coscienza, sebbene possano essere utilizzati dei sedativi per aiutarlo a rilassarsi. Talvolta vengono utilizzati antibiotici per ridurre il rischio di infezione.
L’endoscopia può essere impiegata per diagnosticare un’ampia gamma di condizioni e i risultati vengono interpretati da uno specialista. Il fatto che i risultati siano buoni o cattivi dipende chiaramente da quali sintomi vengono studiati e su quale parte del corpo viene eseguita l’endoscopia.
La gastrite consiste nell’infiammazione della mucosa gastrica e può essere di tipo acuto o cronico. Le cause sono molteplici e eterogenee, tuttavia alcuni fattori scatenanti sono la cattiva alimentazione (cibi piccanti o speziati), fumo, alcol e abuso di farmaci. Anche disturbi autoimmuni o psicosomatici possono incidere nel manifestarsi della gastrite. I sintomi sono per lo più legati al bruciore di stomaco, all’alitosi e al meteorismo. Abbandonare gli eccessi alimentari, così come bevande gasate e alcoliche, riduce sensibilmente l’irritazione della mucosa.
L' intestino o colon irritabile, noto anche come sindrome dell'intestino irritabile, è un disturbo funzionale dell'intestino crasso.
La sindrome dell'intestino irritabile è caratterizzata da movimenti anomali nei muscoli dell'intestino, che provocano malessere e mal-funzionamento intestinale, come pure costipazione alternata e diarrea. Si presenta anche attraverso dolore addominale, gas, pienezza e cambi nelle abitudini intestinali.
La sindrome è solitamente associata a problemi di stress, anche se è stato dimostrato che ciò non rappresenta la causa scatenante ma piuttosto un fattore che ne aumenta gli effetti. Le cause della malattia non sono chiare, ma può verificarsi a seguito di un'infezione intestinale. D'altra parte, questa condizione è spesso confusa con la malattia infiammatoria intestinale, che, a differenza dell'intestino irritabile, è caratterizzata da una struttura anomala del colon.
La patologia può essere prevenuta con una dieta adeguata (alimenti a basso contenuto di grassi e ricchi di proteine e fibre). D'altra parte, bere 1,5 o 2 litri d'acqua al giorno può aiutare a ridurre l'irritazione, prevenire la stitichezza e facilitare il movimento alimentare. Si raccomanda inoltre l'esercizio fisico, che migliora la mobilità intestinale.
Per la diagnosi dell'intestino irritabile è necessario escludere altri tipi di malattie in base ai sintomi. Anche se non c'è cura, poiché è una malattia cronica, si consiglia di seguire una serie di raccomandazioni per alleviare i sintomi, come ridurre lo stress o evitare gli alimenti che contribuiscono ad aumentarne gli effetti (caffeina, tè, grassi, cibi fritti, alcol e bevande gassate, ecc). Per ridurre l'ansia, ad esempio, si consiglia di fare esercizio regolarmente e impostare delle corrette abitudini per quanto riguarda il sonno.
L’ernia iatale si presenta quando una porzione dello stomaco spinge verso l’alto attraverso un'apertura (chiamata iato) presente nel diaframma. Il diaframma è una lamina muscolare situata tra l’addome e il torace. Nella chirurgia dell’ernia iatale lo stomaco viene risospinto nell’addome e le dimensioni dello iato del diaframma vengono ridotte.
L’intervento chirurgico è necessario quando l’ernia iatale non risponde ai farmaci o a cambiamenti a livello di stile di vita. A volte, per i casi di emergenza, è necessario eseguire un intervento chirurgico. L’intervento è raccomandato anche in presenza di sintomi persistenti, qualora non si desideri assumere farmaci a lungo termine.
La chirurgia dell’ernia iatale viene di solito eseguita utilizzando un laparoscopio, che è uno strumento della chirurgia mininvasiva. Prevede una serie di piccole incisioni addominali e l’impiego di anidride carbonica per gonfiare una porzione dell’addome. Ciò consente al chirurgo di avere più spazio in cui lavorare. Sul laparoscopio è montata una piccola telecamera, che consente al chirurgo di osservare l’interno del corpo durante l’operazione.
Durante l’intervento lo stomaco viene riportato nella posizione corretta e il diaframma che circonda l’esofago viene stretto per impedire che dell’altro acido possa refluire dallo stomaco.
L’intervento viene eseguito in anestesia generale per garantire che non vi sia dolore. Questo tipo di chirurgia richiede 1-2 ore per essere completata.
È probabile che, prima dell’intervento chirurgico, il medico voglia effettuare degli esami per controllare la qualità del movimento dell’esofago e la quantità di acido refluito nell’arco delle 24 ore. Prima di effettuare l’intervento, il chirurgo spiegherà in dettaglio la procedura e che cosa aspettarsi da essa, oltre a tutti i possibili effetti collaterali.
Tali effetti collaterali includono:
I pazienti che si sono sottoposti ad un intervento chirurgico all’ernia iatale possono lasciare l’ospedale una volta passato l’effetto dell’anestetico generale, di solito nel giro di due o tre giorni. Dopo l’intervento la maggior parte dei pazienti è in grado di tornare al lavoro nel giro di 3-6 settimane. Dopo l’intervento si raccomanda inoltre di consumare cibi non solidi, come zuppe o passati di verdure nelle prime sei settimane.
I diverticoli sono protrusioni della parete del colon di dimensioni variabili da pochi millimetri ad alcuni centimetri. Possono essere classificati come veri o falsi (pseudodiverticoli). Gli pseudodiverticoli, caratterizzati dalla protrusione della mucosa e della sottomucosa attraverso la parete muscolare del colon sono i più frequenti e sono comunemente chiamati diverticoli. Il termine Diverticolosi è riferito alla presenza di diverticoli del colon e generalmente non è associato a disturbi particolari mentre, invece, la flogosi e la emorragia dei diverticoli possono provocare gravi complicanze. La maggior parte dei diverticoli è situata nel colon sinistro e soprattutto nel sigma, mentre solamente il 5-10% dei diverticoli è situato nel colon destro. Le complicanze maggiori della diverticolosi sono la emorragia e la diverticolite. Gran parte dei pazienti affetti da diverticolosi rimane asintomatico, mentre solo il 10-25% sviluppa nel corso della vita una diverticolite ed il 15% una emorragia.
La celiachia è un disturbo che consiste in un'intolleranza permanente al glutine. Questa sostanza è presente nel frumento, nell'orzo, nella segale e nell'avena. Il glutine danneggia il rivestimento dell'intestino tenue, causando il mancato assorbimento dei componenti degli alimenti necessari all'organismo, cioè delle sostanze nutritive. Si verifica in individui geneticamente predisposti che soffrono di atrofia nei villi dell'intestino tenue. La malattia può manifestarsi in qualsiasi momento della vita, dall'infanzia all'età adulta, e colpisce più spesso le donne che gli uomini. Le persone con familiari affetti da celiachia hanno maggiori probabilità di contrarla.
A seconda del grado di intolleranza, si manifestano alcuni sintomi piuttosto che altri, ma è anche possibile che non si presenti alcun sintomo. Le manifestazioni più comuni della celiachia sono: dolore addominale, gas, indigestione, costipazione, diminuzione o aumento dell'appetito, diarrea, nausea, vomito e perdita di peso inspiegabile. Altri problemi possono anche includere la propensione alla formazione di ematomi, depressione, ansia, affaticamento, ritardo della crescita nei bambini, caduta dei capelli, dermatite, ulcere alla bocca, assenza di periodi mestruali, sangue dal naso e crampi muscolari.
La causa esatta della celiachia è sconosciuta. Quando le persone affette consumano alimenti contenenti glutine, che siano o meno consapevoli della malattia, il sistema immunitario provoca danni ai villi nell'intestino, rendendoli incapaci di assorbire adeguatamente ferro, vitamine e sostanze nutritive.
Poiché non c'è modo di conoscere la causa della celiachia, non si può prevenirne la comparsa. Tuttavia, è importante prendere in considerazione alcuni fattori di rischio per una diagnosi e un trattamento precoci, come ad esempio il fatto di avere un familiare affetto dal disturbo.
La celiachia non può essere curata. Il trattamento da seguire è una dieta senza glutine per tutta la vita: questo favorisce la scomparsa dei sintomi e la cura dei villi nel rivestimento degli intestini. Se il problema non è trattato correttamente, possono svilupparsi alcune complicazioni come: disturbi autoimmuni, malattie ossee, cancro intestinale, anemia, infertilità o malattie epatiche.
Il Dott. Giampiero Indennitate è specializzato in Gastroenterologia Endoscopia Digestiva. Vanta numerosi corsi di formazione e di aggiornamento in Italia e all’estero, tra i quali anche la Physician Academy for Continuing Education di Bruxelles, che gli hanno permesso di perfezionarsi nelle patologie dei disturbi di stomaco, delle malattie dell'intestino e delle malattie della colecisti.
Attualmente è Responsabile presso il Servizio di Endoscopia Digestiva della Casa di Cura Ulivella e Glicini di Firenze. Il Dott. Indennitate è anche autore e coature di numerose pubblicazioni e abstract scientifici su riviste nazionali e interzionali, e membro della Società italiana di Endoscopia Digestiva.
La celiachia è un disturbo che consiste in un'intolleranza permanente al glutine. Questa sostanza è presente nel frumento, nell'orzo, nella segale e nell'avena. Il glutine danneggia il rivestimento dell'intestino tenue, causando il mancato assorbimento dei componenti degli alimenti necessari all'organismo, cioè delle sostanze nutritive. Si verifica in individui geneticamente predisposti che soffrono di atrofia nei villi dell'intestino tenue. La malattia può manifestarsi in qualsiasi momento della vita, dall'infanzia all'età adulta, e colpisce più spesso le donne che gli uomini. Le persone con familiari affetti da celiachia hanno maggiori probabilità di contrarla.
A seconda del grado di intolleranza, si manifestano alcuni sintomi piuttosto che altri, ma è anche possibile che non si presenti alcun sintomo. Le manifestazioni più comuni della celiachia sono: dolore addominale, gas, indigestione, costipazione, diminuzione o aumento dell'appetito, diarrea, nausea, vomito e perdita di peso inspiegabile. Altri problemi possono anche includere la propensione alla formazione di ematomi, depressione, ansia, affaticamento, ritardo della crescita nei bambini, caduta dei capelli, dermatite, ulcere alla bocca, assenza di periodi mestruali, sangue dal naso e crampi muscolari.
La causa esatta della celiachia è sconosciuta. Quando le persone affette consumano alimenti contenenti glutine, che siano o meno consapevoli della malattia, il sistema immunitario provoca danni ai villi nell'intestino, rendendoli incapaci di assorbire adeguatamente ferro, vitamine e sostanze nutritive.
Poiché non c'è modo di conoscere la causa della celiachia, non si può prevenirne la comparsa. Tuttavia, è importante prendere in considerazione alcuni fattori di rischio per una diagnosi e un trattamento precoci, come ad esempio il fatto di avere un familiare affetto dal disturbo.
La celiachia non può essere curata. Il trattamento da seguire è una dieta senza glutine per tutta la vita: questo favorisce la scomparsa dei sintomi e la cura dei villi nel rivestimento degli intestini. Se il problema non è trattato correttamente, possono svilupparsi alcune complicazioni come: disturbi autoimmuni, malattie ossee, cancro intestinale, anemia, infertilità o malattie epatiche.
L’ernia iatale si presenta quando una porzione dello stomaco spinge verso l’alto attraverso un'apertura (chiamata iato) presente nel diaframma. Il diaframma è una lamina muscolare situata tra l’addome e il torace. Nella chirurgia dell’ernia iatale lo stomaco viene risospinto nell’addome e le dimensioni dello iato del diaframma vengono ridotte.
L’intervento chirurgico è necessario quando l’ernia iatale non risponde ai farmaci o a cambiamenti a livello di stile di vita. A volte, per i casi di emergenza, è necessario eseguire un intervento chirurgico. L’intervento è raccomandato anche in presenza di sintomi persistenti, qualora non si desideri assumere farmaci a lungo termine.
La chirurgia dell’ernia iatale viene di solito eseguita utilizzando un laparoscopio, che è uno strumento della chirurgia mininvasiva. Prevede una serie di piccole incisioni addominali e l’impiego di anidride carbonica per gonfiare una porzione dell’addome. Ciò consente al chirurgo di avere più spazio in cui lavorare. Sul laparoscopio è montata una piccola telecamera, che consente al chirurgo di osservare l’interno del corpo durante l’operazione.
Durante l’intervento lo stomaco viene riportato nella posizione corretta e il diaframma che circonda l’esofago viene stretto per impedire che dell’altro acido possa refluire dallo stomaco.
L’intervento viene eseguito in anestesia generale per garantire che non vi sia dolore. Questo tipo di chirurgia richiede 1-2 ore per essere completata.
È probabile che, prima dell’intervento chirurgico, il medico voglia effettuare degli esami per controllare la qualità del movimento dell’esofago e la quantità di acido refluito nell’arco delle 24 ore. Prima di effettuare l’intervento, il chirurgo spiegherà in dettaglio la procedura e che cosa aspettarsi da essa, oltre a tutti i possibili effetti collaterali.
Tali effetti collaterali includono:
I pazienti che si sono sottoposti ad un intervento chirurgico all’ernia iatale possono lasciare l’ospedale una volta passato l’effetto dell’anestetico generale, di solito nel giro di due o tre giorni. Dopo l’intervento la maggior parte dei pazienti è in grado di tornare al lavoro nel giro di 3-6 settimane. Dopo l’intervento si raccomanda inoltre di consumare cibi non solidi, come zuppe o passati di verdure nelle prime sei settimane.
I diverticoli sono protrusioni della parete del colon di dimensioni variabili da pochi millimetri ad alcuni centimetri. Possono essere classificati come veri o falsi (pseudodiverticoli). Gli pseudodiverticoli, caratterizzati dalla protrusione della mucosa e della sottomucosa attraverso la parete muscolare del colon sono i più frequenti e sono comunemente chiamati diverticoli. Il termine Diverticolosi è riferito alla presenza di diverticoli del colon e generalmente non è associato a disturbi particolari mentre, invece, la flogosi e la emorragia dei diverticoli possono provocare gravi complicanze. La maggior parte dei diverticoli è situata nel colon sinistro e soprattutto nel sigma, mentre solamente il 5-10% dei diverticoli è situato nel colon destro. Le complicanze maggiori della diverticolosi sono la emorragia e la diverticolite. Gran parte dei pazienti affetti da diverticolosi rimane asintomatico, mentre solo il 10-25% sviluppa nel corso della vita una diverticolite ed il 15% una emorragia.
L’endoscopia è una procedura in cui si utilizzano telecamere per ritrasmettere su uno schermo le immagini acquisite all’interno del corpo. Il dispositivo utilizzato, noto con il nome di endoscopio, è un tubo flessibile, lungo e sottile provvisto di una telecamera montata a un’estremità e di una fonte di luce.
Gli endoscopi vengono inseriti nel corpo attraverso un’apertura naturale come la bocca o l’ano. Esistono diversi tipi di endoscopia a seconda del sito e della funzione della procedura: se è l’intestino ad essere esaminato, per esempio, si parla di colonscopia. Se sono le vie aeree ad essere esaminate, la procedura viene indicata come broncoscopia.
L’endoscopia può essere utilizzata anche per eseguire interventi chirurgici, come nel caso della laparoscopia: in tale situazione il laparoscopio (un particolare tipo di endoscopio) viene inserito attraverso delle piccole incisioni. Una volta inserito, l’endoscopio è in grado di inviare le immagini dall’interno del corpo del soggetto a uno schermo TV.
L’endoscopia viene più comunemente utilizzata per studiare i sintomi e assistere nella diagnosi delle condizioni correlate al sistema digestivo, ma può essere impiegata anche per produrre immagini e fornire assistenza in molte altre parti del corpo, tra cui il sistema respiratorio, il tratto urinario e il sistema riproduttivo femminile. Un endoscopio può inoltre rivelarsi utile durante gli intervento chirurgici.
L’endoscopia viene comunemente utilizzata per studiare sintomi quali: dolore addominale, nausea e vomito, perdita di peso inspiegabile, diarrea, sangue nelle feci o emissione di sangue con il vomito.
Prima della procedura potrebbe essere necessario evitare l’assunzione di cibi e liquidi per un certo periodo, a seconda del tipo di endoscopia a cui ci si sta per sottoporre. Nel caso di una colonscopia, il paziente potrebbe ricevere dei lassativi per facilitare l’evacuazione delle feci. Potrebbe inoltre essere necessario interrompere l’assunzione di determinati farmaci, come i fluidificanti del sangue, allo scopo di prevenire un eccessivo sanguinamento durante la procedura.
In genere la procedura causa solo un lieve disagio, benché a volte venga utilizzato anche un anestetico locale. Normalmente viene eseguita con il paziente in stato di coscienza, sebbene possano essere utilizzati dei sedativi per aiutarlo a rilassarsi. Talvolta vengono utilizzati antibiotici per ridurre il rischio di infezione.
L’endoscopia può essere impiegata per diagnosticare un’ampia gamma di condizioni e i risultati vengono interpretati da uno specialista. Il fatto che i risultati siano buoni o cattivi dipende chiaramente da quali sintomi vengono studiati e su quale parte del corpo viene eseguita l’endoscopia.
La gastrite consiste nell’infiammazione della mucosa gastrica e può essere di tipo acuto o cronico. Le cause sono molteplici e eterogenee, tuttavia alcuni fattori scatenanti sono la cattiva alimentazione (cibi piccanti o speziati), fumo, alcol e abuso di farmaci. Anche disturbi autoimmuni o psicosomatici possono incidere nel manifestarsi della gastrite. I sintomi sono per lo più legati al bruciore di stomaco, all’alitosi e al meteorismo. Abbandonare gli eccessi alimentari, così come bevande gasate e alcoliche, riduce sensibilmente l’irritazione della mucosa.
L' intestino o colon irritabile, noto anche come sindrome dell'intestino irritabile, è un disturbo funzionale dell'intestino crasso.
La sindrome dell'intestino irritabile è caratterizzata da movimenti anomali nei muscoli dell'intestino, che provocano malessere e mal-funzionamento intestinale, come pure costipazione alternata e diarrea. Si presenta anche attraverso dolore addominale, gas, pienezza e cambi nelle abitudini intestinali.
La sindrome è solitamente associata a problemi di stress, anche se è stato dimostrato che ciò non rappresenta la causa scatenante ma piuttosto un fattore che ne aumenta gli effetti. Le cause della malattia non sono chiare, ma può verificarsi a seguito di un'infezione intestinale. D'altra parte, questa condizione è spesso confusa con la malattia infiammatoria intestinale, che, a differenza dell'intestino irritabile, è caratterizzata da una struttura anomala del colon.
La patologia può essere prevenuta con una dieta adeguata (alimenti a basso contenuto di grassi e ricchi di proteine e fibre). D'altra parte, bere 1,5 o 2 litri d'acqua al giorno può aiutare a ridurre l'irritazione, prevenire la stitichezza e facilitare il movimento alimentare. Si raccomanda inoltre l'esercizio fisico, che migliora la mobilità intestinale.
Per la diagnosi dell'intestino irritabile è necessario escludere altri tipi di malattie in base ai sintomi. Anche se non c'è cura, poiché è una malattia cronica, si consiglia di seguire una serie di raccomandazioni per alleviare i sintomi, come ridurre lo stress o evitare gli alimenti che contribuiscono ad aumentarne gli effetti (caffeina, tè, grassi, cibi fritti, alcol e bevande gassate, ecc). Per ridurre l'ansia, ad esempio, si consiglia di fare esercizio regolarmente e impostare delle corrette abitudini per quanto riguarda il sonno.
La Telemedicina è un servizio di messaggistica privata e videoconferenza che consente di contattare gli specialisti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
Esperienza molto positiva. Il medico è stato competente ed esaustivo. E' dotato di innata simpatia e umanità. Tornerò sicuramente tra qualche mese.
Piena soddisfazione
Medico gentilissimo, disponibile, chiaro nelle spiegazioni e preparato. Consigliatissimo